Le storie sono alla base della nostra vita: dalle favole che ci raccontavano da piccoli alle notizie del telegiornale, ogni giorno ascoltiamo storie, più o meno coinvolgenti. Lo storytelling è una particolare strategia di unconventional marketing che consente di aumentare l’engagement raccontando qualcosa al target.
Nella pratica, vediamo marchi importanti che espongono le proprie storie tutti i giorni: Coca Cola ci mostra famiglie felici che, a tavola, consumano la bevanda più famosa del mondo; Galbani Santa Lucia ci racconta di piccoli incidenti di percorso nella vita di tutti i giorni che si risolvono attorno ad una tavola imbandita; il famosissimo “Carosello” conteneva esempi (anche spettacolari!) di narrazioni aziendali.
Ci sono centinaia di esempi, tutti ugualmente validi, di storytelling applicato alle imprese.
I meccanismi (potenti) della narrazione
Ogni brand può utilizzare il marketing narrativo per differenziare le proprie strategie di posizionamento, per accrescere il coinvolgimento degli utenti dei profili social o per migliorare la diffusione del brand. Si tratta, in sostanza, di applicare la tradizione alla narrazione alle moderne tecniche di marketing sfruttando i contenuti.
Perché il marketing narrativo può essere una strategia efficace? L’attenzione media dei lettori sul web è molto bassa, ma grazie allo storytelling riusciamo a catturare e mantenere l’interesse del pubblico. Le storie, infatti, permettono una comunicazione più dettagliata, suscitano emozioni e diventano virali.
L’idea alla base del Marketing Narrativo è quello di trasmettere i valori dell’azienda agli utenti; questi, riconoscendosi (del tutto o parzialmente) in ciò che viene loro raccontato, sviluppano un sentimento positivo verso il brand e saranno più inclini ad esporsi a future comunicazioni da parte dell’azienda.
Le chiavi principali che regolano le tecniche di marketing comunicativo non passano solo per il “cuore” del target, ma devono essere inserite all’interno di una più ampia strategia marketing. Ogni storia, infatti, non è un mondo a sé: i racconti che esponiamo devono essere sempre rilevanti e coerenti con i valori aziendali e in linea con il posizionamento che desideriamo ottenere.
Quindi è ovvio che le tecniche di storytelling devono affidarsi a contenuti di qualità, capaci da un lato di veicolare i valori del nostro brand, dall’altro di creare engagement attraverso le emozioni; devono essere dei contenuti potenzialmente virali, in grado di essere condivisi dal maggior numero di persone. Ma quali sono i canali che possono sfruttare al meglio le tecniche di marketing narrativo?
Sicuramente il blog aziendale. La forma testuale permette di approfittare di numerosi vantaggi. Innanzitutto, richiede la concentrazione dell’utente: si tratta di un bene inestimabile, poiché dà accesso alla fiducia del consumatore, che può condurre alla sua fedeltà (se opportunamente sfruttata). Per ottenerla è necessario saper scrivere impiegando le tecniche di persuasive writing. Se a queste riusciamo ad abbinare anche tecniche di SEO copywriting, i nostri testi avranno maggiori possibilità di posizionarsi nei risultati dei motori di ricerca per parole chiave profittevoli.
Un altro canale particolarmente apprezzato è quello dei video. Anche in questo caso non si possono creare contenuti troppo lunghi e dispersivi, ma è possibile sfruttare il trinomio “testo-immagini-musica” per creare atmosfere coinvolgenti e comunicare i nostri valori.
Lo storytelling si sposa perfettamente con i video, al punto da consentire anche il meccanismo della serialità. Tutto quello che questo canale richiede è una sana dose di creatività e un minimo investimento di partenza; tutte cose che si ripagano degnamente con un canale YouTube affollato e una valanga di condivisioni!
Esempi di video-narrazione si possono rintracciare persino negli annunci pubblicitari che precedono i video di YouTube: in questo caso i migliori esempi di marketing narrativo, in questo caso, sono quelli che tengono l’utente incollato allo schermo, non facendogli premere il tasto “Salta annuncio”.
Infine, anche la grafica può contribuire alle strategie di marketing narrativo con vignette, fumetti, slide e quant’altro. In questo caso la creatività grafica gioca un ruolo fondamentale nell’attirare il consumatore, mentre ai testi spetta il compito di raccontare la nostra storia.
Un valido alleato in questo senso può essere FlexClip, un intuitivo strumento di video editing online. Grazie alla sua ampia libreria di modelli, immagini e musiche royalty-free, permette di creare video professionali in pochi minuti, anche senza competenze tecniche specifiche.
Come si misura il Marketing Narrativo?
“Sembra tutto molto bello, ma siamo sicuri che funzioni?”. Certo, è possibile misurare tutto, non solo un eventuale incremento di vendite. Gli strumenti dei quali le piattaforme sono dotate (Facebook, YouTube, Google Analytics 4) permettono di monitorare il numero di visualizzazioni dei nostri video o post, il numero di condivisioni per ogni contenuto, la quantità di “mi piace” ricevuti, l’incremento di visitatori dei nostri siti e così via dicendo.
Lo storytelling di per sé non è misurabile: non possiamo, infatti, stabilire in che quantità sia aumentato il grado di fiducia dei consumatori nei confronti del nostro brand; tuttavia i canali che utilizziamo per veicolare i nostri contenuti permettono, invece, di misurare tutto.
Perché lo Storytelling tra tutti?
Perché ci dà di più. Si tratta senza dubbio di un investimento a lungo termine, ma i ritorni sono duraturi nel tempo: se un annuncio pubblicitario si dimentica rapidamente, le emozioni suscitate da una buona campagna di marketing narrativo rimangono più impresse, legano il consumatore a doppio filo con il brand: lo storytelling siamo noi che ci raccontiamo e che costruiamo un rapporto di fiducia con i nostri consumatori.